a)
I
vocaboli vanno studiati regolarmente e pochi alla volta. Dieci
espressioni nuove al giorno sono sufficienti. Il metodo di
studio dipende dalle caratteristiche e preferenze personali (cfr.
le schede
Che studente sono e la scheda
L’intelligenza è ....) Ecco
alcuni suggerimenti:
b)
Pronuncia i vocaboli a voce alta, velocemente o piano piano,
canticchiali.
c)
Lavora
con i suoni, crea rime e ritmi. Le forme irregolari dei verbi,
p.es., si studiano meglio sfruttando il ritmo di una sequenza:
gehen-geht-ging-gegangen (tedesco), drive-drove driven
(inglese), ecc..
d)
Trascrivi i vocaboli più volte.
e)
Abbina
il vocabolo ad un’immagine (già esistente o appositamente
disegnata possibilmente vistosa, colorata, impressionante.
f)
Ricorri a lingue o dialetti conosciuti (dialetto ticinese
bütér – tedesco Butter, francese saison –
inglese season, inglese to come – tedesco
kommen).
g)
Associa ad ogni vocabolo nuovo un’idea (p.es. Kuh – mucca
e il suono muh; Rathaus –casa comunale e,
scherzosamente, la ca’ di ratt).
h)
Studia
i vocaboli raggruppati per contesto (p.es. UFFICIO: scrivania,
computer, telefono, foglio, ecc.).
i)
Studia
un gruppo di vocaboli che sono tutti dello stesso genere, quindi
tutti femminili o tutti maschili.
j)
Studia
tutti gli iponimi subordinati ad un iperonimo (p.es. FRUTTA:
mela, uva, pera, ecc.).
k)
Studia
i vocaboli raggruppati per sinonimi (p.es. casa, edificio,
palazzo, abitazione, grattacielo, baracca, ecc.).
l)
Costruisci con i vocaboli da studiare una scala ascendente o
discendente (p.es. gelido-freddo-tiepido-caldo-bollente oppure
sempre-spesso-raramente-mai).
m)
Affranca ad ogni oggetto della vita quotidiana (spazzolino da
denti, sedia, mantello, piatto, ecc.) un cartellino con il suo
nome nella lingua che stai studiando.
n)
Inserisci le parole da studiare in una frase che rispecchi un
contesto realistico (p.es.: Ogni mano ha cinque dita.)
Questo
stratagemma è particolarmente indicato per i cosiddetti “falsi
amici”, ossia parole che significano tutt’altro di quello che
uno, spontaneamente, potrebbe immaginare - p.es. l’aggettivo
tedesco kalt non vuol dire “caldo”! - e per parole
straniere simili tra di loro per suono ma non per significato -
p.es. i nomi die Zehe (il dito del piede) e die Zähne
(i denti).
o)
Attacca in luoghi strategici un biglietto con il vocabolo che
fai fatica a tenere a mente. Se hai l'occasione di studiare in
compagnia, prova a mettere in pratica nel gruppo alcuni dei
punti sopraelencati. Parlandone con i compagni, è probabile che
troviate altre strategie utili per lo studio.
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